0M0SESSUALITA’ E FEDE
di Don Michele De Paolis - Sacerdote Responsabile della Comunità Emmaus a Foggia e co-fondatore di Agedo Foggia nel 2010 (nota di chi pubblica)
PREMESSA
Dobbiamo sgombrare
la vostra mente da un pericolo, quello del fondamentalismo, cioè di prendere
alla lettera quello che dice la Bibbia e contrabbandarlo come “Parola di Dio”
C’è
un episodio, risalente ad una decina di anni fa, che aiuta a capire come uscire
dal ginepraio dei precetti biblici. Una nota conduttrice di un programma
radiofonico negli Stati Uniti, la dottoressa Laura Schlesinger, ebrea
ortodossa, affermò in una sua trasmissione, basandosi su Levitico 18:22, che
l’omosessualità è condannata come abominio dalla Bibbia e quindi non può essere
tollerata in nessun caso. (…). Qualche tempo dopo, però, un ascoltatore le
scrive la seguente lettera, che immagino molti di voi già conosciate:
«Cara dottoressa
Schlesinger, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi
del Signore. Però, avrei bisogno di alcuni consigli da lei, a riguardo di altre
leggi specifiche e su come applicarle. 1. Vorrei vendere mia figlia come
schiava, come sancisce Esodo 21:7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di
vendita? 2. Quando sull’altare sacrificale accendo un fuoco e vi ardo un toro,
so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Lev
1.9). Il problema è con i miei vicini: loro, i blasfemi, sostengono che l’odore
non è piacevole. Devo forse percuoterli? 3. So che posso avere contatti con le
donne solo quando non hanno le mestruazioni (Lev 15: 19-24). Il problema è:
come faccio a chiedere questa cosa? Molte donne si offendono. 4. Il Levitico ai
versi 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine,
a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma
che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire
meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi? 5. Un mio vicino insiste
per lavorare di Sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a
morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente? 6. Mangiare crostacei
è considerato un abominio (Lev 11:10), lo stesso dice dell’omosessualità. Può
illuminarci sulla questione?. Mio zio possiede una fattoria. È andato contro
Lev. 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo;
anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due
tipi diversi di tessuto. È proprio necessario che mi prenda la briga di
radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le
scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come
simpaticamente consiglia Lev 20:14 per le persone che giacciono con
consanguinei? So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per
cui sono sicuro che potrà rispondere a queste semplici domande. Nell’occasione,
la ringrazio ancora per essere così solerte nel ricordare a tutti noi che la
parola di Dio è eterna ed immutabile. Sempre suo. Un ammiratore devoto».
Qualcuno potrebbe
obiettare che questi testi riguardano solo l’Antico Testamento e sono
chiaramente superati dal Nuovo, ma che i testi di San Paolo rimangono
inequivocabili come condanna. Per esempio: Romani 1:18-32: «Similmente anche i
maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di
desiderio gli uni per gli altri commettendo atti ignominiosi maschi con maschi,
ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento». Ora,
però, anche con i testi di San Paolo possono nascere problemi analoghi.
Qualcuno per esempio potrebbe scrivere alla nostra dottoressa chiedendo
spiegazioni sulla politica a proposito di Romani 13:1 - «Non c’è autorità se
non da Dio. Quelle che esistono sono stabilite da Dio» - e riflettere un po’ su
tutti i governi italiani… Insomma, siamo proprio sicuri? Sono proprio tutti
stabiliti da Dio? Si potrebbero chiedere spiegazioni sui rapporti con gli
animali a proposito di Filippesi 3:2, quando San Palo dice «Guardatevi dai
cani». In che senso mi devo guardare dai cani? Devo mettere la museruola a
tutti, portarli al canile? Si potrebbe chiedere spiegazioni sulla dignità della
donna a proposito di Corinzi 11:10, dove si legge: «La donna deve avere sul
capo un segno di autorità a motivo degli angeli». O a proposito di Efesini
5:23-24: «Il marito è il capo della moglie e, come la chiesa è sottomessa a
Cristo, così anche le mogli lo siano ai mariti in tutto».
Ma il punto è che occorre
superare la lettera della Scrittura. È lo stesso San Paolo che in 2 Corinzi 3:6
dice: «La lettera uccide, lo Spirito dà vita». E che questa lettera biblica
abbia ucciso e purtroppo continui ad uccidere a volte non solo moralmente ma
anche fisicamente è un dato di fatto. La Bibbia non “è” la parola di Dio, la
Bibbia “contiene” la parola di Dio.
Questa
parola è il logos/logica che fa fiorire la vita, l’energia che accompagna ogni
fenomeno vitale perché fiorisca. E, allora, il credente si pone di fronte alla
Scrittura e fa scaturire da essa, dai suoi passi – non da tutti, perché alcuni
sono irrecuperabili – questa logica/logos della vita che fiorisce e vuole
relazioni armoniose, vuole l’amore. Siamo noi che rendiamo possibile alla
Scrittura di far scaturire la parola di Dio, intesa come relazione armoniosa.
Se questo non avviene, la lettera diventa una grandissima gabbia entro cui la
mente, il cuore e le vite delle persone vengono rinchiuse.
Voglio
riportarvi un pensiero di don Alessandro Santoro, sacerdote molto impegnato
nella pastorale attenta ai problemi degli omosessuali:
“(…) Le nostre Chiese non
potranno mai legittimare veramente le forme molteplici dell’amore, fino a
quando non riporteranno Gesù e il Vangelo all’interno della loro esperienza.
Perché Gesù e il Vangelo, nell’esperienza delle nostre Chiese, soprattutto
della Chiesa cattolica, tante volte, troppe volte, non c’è. Credo allora che
dovremmo essere capaci di liberarci da tutti quei sensi di colpa che spesso le
forme istituzionali, chiamate a conservare un potere sulle coscienze,
costruiscono dentro di noi.
La nuova obbedienza all’evangelo è più
libera, responsabile e consapevole. Anziché disperdere energie in interminabili
polemiche ecclesiali si punta a costruire una spiritualità cristiana della gioiosa accoglienza di sé, della
gratitudine a Dio nella consapevolezza che l’amore omosessuale è un Suo dono
non meno di quello eterosessuale. Una spiritualità in cui si dialoga e ci
si confronta con tutti, ma si obbedisce a Dio solo.
Il grande pedagogo
brasiliano Paulo Freire diceva che ognuno di noi rischia di introiettare
profondamente le forme di dominio che ha di fronte a sé. E credo che anche noi
siamo figli di questo dominio e di questa conservazione.
IL
TEMA CENTRALE
1. A un raduno di giovani che mi
chiedevano spiegazioni sul problema di “Fede e Omosessualità” e
sull’atteggiamento ostile della chiesa risposi così: “Anzitutto sono stupito del
fatto che molti uomini di chiesa non sono coerenti con quanto afferma il Codice
di Diritto Canonico (canone 2358) Riporto
testualmente. “Un numero non trascurabile di uomini e donne presenta tendenze
omosessuali profondamente radicate … devono essere accolti con rispetto … A
loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali
persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita…”.
2. Inoltre queste persone di chiesa
ignorano completamente il fenomeno dell’omosessualità, che ormai la scienza ha
chiarito in modo inequivocabile: l’orientamento omosessuale non viene
scelto liberamente dalla persona. Il ragazzo o la ragazza si scoprono così: è
un orientamento profondamente radicato nella personalità, che costituisce un
aspetto essenziale della propria identità: non è una malattia, non è una
perversione. Il ragazzo o la
ragazza omosessuali possono dire a Dio: “Tu ci hai fatto così!” Le
connotazioni individuali di ciascuno di noi e che provengono dalla natura, sono
un fatto, come la statura, il colore della pelle, la forma del naso, la
pigmentazione della pupilla; non sono una scelta. E anche gli impulsi sessuali:
sono componenti dell’identità di ciascuno; non sono malattie, non sono
peccato. Non c’entrano niente la volontà e le libere scelte della
persona e quindi l’etica, il bene o il male.
Anzi ogni persona deve amare e
difendere la propria identità, deve valorizzare tutte le componenti del suo
essere, crescere nell’amore, nell’amicizia, nel piacere di essere se stessi
e raggiungere la propria maturità. Questa è la volontà di Dio, perché Dio
vuole la felicità per ciascuno dei suoi figli. Mi da tristezza l’insensibilità
e la durezza nei confronti di tanti fratelli e sorelle omosessuali. Con
un’incredibile miopia, si riduce una persona ai suoi impulsi sessuali e si
mette tra parentesi tutto quello che invece fa di un essere umano una
“persona”: il suo pensiero, i suoi sentimenti, le sue emozioni, le sue aspirazioni, le sue speranze, i suoi
sogni, la sua sete di Assoluto. Le persone omosessuali sono persone
a tutto tondo. Persone! Mi dà scandalo la durezza di molti uomini
di chiesa nei confronti dei genitori di omosessuali. Queste persone
dovrebbero essere sorrette e accompagnate a superare le loro paure, guidate con
amore ad accettare con gioia l’identità dei propri figli. E invece spesso dalla
Chiesa vengono lasciati soli. Per fortuna ci sono lodevoli eccezioni:
Sentite cosa scrive Mons. Casale, già vescovo di Foggia, nel suo libro “Riformare la chiesa”, edito
recentemente dalla Meridiana e che io ho presentato nella Libreria Ubik. Ha
un intero capitolo sul tema, dal titolo
“Dall’orgoglio gay alla consapevolezza” (pp. 39-43). Dice fra l’altro “…
Bisogna sgombrare il campo da atteggiamenti superficiali di derisione e di
disprezzo … in una prospettiva di ricerca, che ridoni speranza, bisogna
innanzitutto dare alla sessualità il suo valore relazionale … si richiede un
intervento giuridico per regolamentare una delle diverse forme di convivenza
stabile … sono persone che insieme vogliono costruire una loro vita …
l’omosessuale non ha scelto lui la sua condizione e non può essere condannato a
vivere da solitario” .
1. Dobbiamo aver pazienza con nostra
Madre Chiesa. Il suo atteggiamento nei confronti degli omosessuali cambierà.
Già nascono numerose iniziative in questo senso. In Italia, i gruppi di
omosessuali cattolici hanno contatti occasionali con le diocesi, improntati di
norma alla cordialità. Talvolta, il vescovo locale nomina un responsabile
diocesano per questo tipo di dialogo. Ad esempio, a Torino, i delegati
diocesani per il dialogo con i gruppi di credenti omosessuali sono don Walter
Danna e don Ermis Segatti A Torino è stato recentemente
costituito presso il gruppo Abele di don Ciotti un Centro di documentazione su fede
e omosessualità intitolato a Ferruccio Castellano. Altri gruppi che hanno instaurato
collaborazioni con la diocesi sono: Alle Querce di Mambre (Cremona), l'Arco
(Parma).. Questo approccio è stato riaffermato dallo stesso
presidente della CEI cardinale Angelo Bagnasco, quando,
a proposito delle persone omosessuali, ha dichiarato che la Chiesa opera con
"lo spirito e la prassi di totale e cordiale accoglienza verso tutte le
persone"[. Gli incontri dei gruppi si svolgono generalmente in
due parti. Nella prima viene presentato un tema biblico al quale segue una
discussione basata sulle esperienze personali. Nella seconda parte si prega
insieme o si va insieme a Messa. Nelle mie celebrazioni a Emmaus nessuno viene
respinto o allontanato dalla comunione con Gesù.
2. Mettiamoci nei panni di un ragazzo o
una ragazza che si scoprono omosessuali. Magari hanno già vissuto l’amara
esperienza del rigetto e dello scherno del gruppo dei propri compagni. Tuttavia sentono forte in sé un anelito di
vita spirituale, un desiderio di conoscere meglio Gesù e il Vangelo, ma si
scontrano col muro di gomma di preti o persone religiose, che li respingono,
considerando la loro situazione come
“peccato” o “contro natura”. Che fare? Consiglierei a questi giovani amici di
farsi coraggio, perché non tutti, nella santa chiesa di Dio, sono malati di
omofobia. Non è vero che siete in peccato, perché Dio vi ama ed è Lui che ha
messo in voi questa tendenza; è un suo dono. Questa è la vostra “natura”, che
va accettata e rispettata. Voi non siete malati; non dovete “guarire” da questa
tendenza. Il voler fare di voi un “etero sessuale” sarebbe spingervi a qualcosa
“contro natura” e diverreste degli psicopatici infelici. Dobbiamo metterci in
testa che Dio nostro Padre vuole che noi, i suoi figli, siamo felici, cresciamo nella gioia, facendo
fruttare tutti i doni che Lui ha messo nella nostra “natura”!
3. Dio vuole che voi facciate crescere la
vostra persona con una rete di relazioni improntate all’amore vero,
all’“agape”, cioè all’amore come dono gioioso.
Avete il diritto di cercare un partner che condivida con voi relazioni
di questa qualità. E state tranquilli: dove c’è “agape”, c’è Dio. Vivete con
gioia l’amore.
4. Vi riporto una lettera di uno
studente dell'Istituto Bertacchi di Lecco, rivolta ai suoi compagni di scuola.
E' stata letta durante l'assemblea d'istituto, dedicata al tema dell'omosessualità.
Risale al 26 febbraio 2011, ma è sempre
più attuale.
LETTERA
DI UN RAGAZZO
Sono
un ragazzo e sono gay. È
vero, sono gay, ma prima di tutto sono un ragazzo che come voi è alla ricerca
di se stesso, di uno scopo nella vita e della propria felicità. La mia natura
vi spaventa? Forse perché non la conoscete come dovreste, perciò accantonate i
vostri pregiudizi, fatemi spazio tra di voi e vi accorgerete che non sono così
diverso.
Ho
pensato di scrivere questa lettera riportando frammenti di esperienze, avute
con diverse persone, che collegate tra loro andranno a formare un´unica e coesa
esperienza: la mia.
Mio
padre: a lui non
l´ho ancora detto e il nostro rapporto è abbastanza ambivalente, manca di
comunicazione e ciò mi impedisce di farmi avanti. Ricordo che quando ero
piccolo lui era fra quelli che mi prendevano in giro, storpiando sempre il mio
nome al femminile; spesso ho dovuto sopportare continui paragoni con gli altri
ragazzi perché io "non ero come loro" diminuendo vertiginosamente la
mia autostima. Quando ho preso consapevolezza del mio orientamento sessuale mi
sono sentito solo e terrorizzato, ma soprattutto in colpa per essere così.
"Cosa dirà il papà?" era il pensiero più assillante, perché ho sempre
fatto di tutto per piacergli. Purtroppo genitori e figli cadono nell´errore di
pretendere che l´altro rispecchi la figura del figlio o del padre ideale, rimanendo
delusi se ciò non avviene. Sicuramente l´ha intuito, ma entrambi non abbiamo
avuto ancora il coraggio di affrontare l´argomento e confrontarci.
Mia
madre: a lei
l´ho detto 4 o 5 mesi fa, abbracciandola. Lei si è ritratta e mi ha chiesto:
"perché mi dai questo dispiacere?" e poi: "non dovrai dirlo a
nessuno". Due frasi che mi hanno graffiato il cuore. Mamma, io ho bisogno
di parlare! Per i primi giorni è diventata più affettuosa e premurosa, ma la
comunicazione è sempre stata carente tra noi e la normalità è tornata subito,
anche se mi aspettavo un miglioramento del nostro rapporto, trasformandolo in
qualcosa di più intimo e sincero.
Mia
sorella: quando
glielo ho detto lei si è preoccupata dicendomi: "prenderai le
malattie"; successivamente mi ha offerto la sua mano avvertendomi:
"io non ti aiuto con la mamma e il papà"; poi mi ha rassicurato:
"era peggio se dicevi di aver una malattia"; e infine la perla di
saggezza: "ma tu sei come Maicol del grande fratello?". Con mia
sorella non ho più parlato di questa cosa da Giugno e anche con lei speravo di
migliorare la qualità del nostro rapporto fraterno, spesso teso e distaccato.
Speranze vane.
Il
fidanzato di mia sorella:
ha sempre disprezzato i gay con toni molto offensivi. E quando lo faceva?
Quando io ero presente!
Un amica: "Quando avete rapporti
sessuali tra di voi... chi è il maschio e chi la femmina?". Cara amica...
tu stai sopra o stai sotto col tuo ragazzo? E' imbarazzante ciò che alcuni
eterosessuali se ne vanno in giro a dire...
Compagna
di scuola: "i
gay mi fanno schifo e dovrebbero essere ammazzati". Cara, vorresti vedermi
morto e ti faccio così schifo? Eppure insieme abbiamo passato momenti
meravigliosi, no?Un´altra compagna di scuola: "se avessi un figlio
gay lo rinchiuderei in una stanza a guardare film porno finché non gli piacerà
la figa". Sicura di star bene? Sarebbero i genitori omosessuali quelli
incapaci di crescere figli? Spero un giorno di poter insegnare, con il mio
compagno, a mio figlio, un´ottima educazione e di farlo crescere con principi
sani ed equilibrati. A proposito: avete paura che i figli dei gay crescano loro
stessi gay? Io sono figlio di eterosessuali! Avete paura che i figli di gay
vengano presi in giro? Mi chiamano "ricchione" fin dalle elementari,
mi hanno mortificato più volte al pub di fronte a tutti chiedendomi se avessi
voluto fare dei pompini, mi hanno messo dentifricio sui capelli mentre tornavo
a casa in treno... i miei genitori sapete che sono etero?
Professoressa: quando le ho confidato di
essere gay ho avuto coraggio e tanta fortuna, perché lei è stata la prima
persona ad aiutarmi concretamente portandomi all´associazione Renzo e Lucio e a
rassicurarmi dicendomi "non sei contro natura; lo saresti se non seguissi
le tue pulsioni". Io non credo che l´omosessualità sia una malattia.
Diventerei malato quel giorno che decidessi di reprimermi e sforzarmi di
rientrare in una natura che dal mio punto di vista va davvero contro corrente. Prendo
spunto dall´esperienza con la mia professoressa per rivolgermi a possibili ragazzi
gay e ragazze lesbiche: abbiate coraggio, prendete saldamente in mano le
redini della vostra vita e guidate voi il vostro destino verso la direzione che
più vi attira e non sbaglierete. Non nascondo quanto a volte sia difficile
rimanere in sella, ma non è necessario galoppare e ho conosciuto persone
meravigliose che si prendono cura di me, insegnandomi a rispettare me stesso e
che mi aiutano a domare questa selvaggia bestia che è la vita. Da soli non è
facile. Mostratevi agli altri per quello che siete perché qualcuno vi ama già.A
tutti voi: grazie della partecipazione e riflettete su voi stessi e sulle
persone che vi stanno accanto e fate tesoro di quello che avete appena
ascoltato. Le diversità impauriscono solo perché non le si conosce. Dunque, cosa
aspettate? Un ragazzo come voi.
CONCLUSIONE
Vi
consiglio di acquistare un bel libro della Meridiana dal titolo “Il posto
dell’altro” sul nostro argomento. E’ scritto da un vescovo, Bettazzi e da
teologi. Vi riporto parte di un capitolo di d. Franco Barbero, dal titolo “Dentro il cammino di Abramo:
“In questa spiritualità cristiana in
cui campeggia per ciascuno/a la chiamata di Dio ad amare, anziché cercare
nascondigli, anziché esaltare la rinuncia all'amore secondo la propria natura e
negarsi con un celibato imposto o doversi far accettare con un matrimonio
eterosessuale, gli omosessuali e le lesbiche stanno compiendo il grande e
benedetto cammino di Abramo: “Abramo, vattene dal tuo paese, dalla tua patria e
dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un
grande popolo e ti benedirò e diventerai una benedizione. E in te saranno
benedette tutte le famiglie della terra” (Gen 12,1-3). Mi piace leggere questa
"partenza" di Abramo, questo suo uscire dal “”nascondiglio"
della propria terra, cultura e gente come metafora e parabola dell'uscire allo
scoperto di molti omosessuali e lesbiche.
Il "recinto" non promuove la
vita. Occorre più spazio! Ma per partire ci vuole una decisione così coraggiosa
che la Bibbia la esprime plasticamente nei termini di un duro ordine, di una
ingiunzione ripetuta ben tre volte da parte di Dio. Più che di un invito
pressante, qui si tratta quasi di una cacciata, di una "espulsione". Abramo
non partiva se Dio non lo sradicava. Poi “Abramo partì”. Ecco il
"miracolo" di cui siamo testimoni oggi. Mentre molti dicono e urlano
“Abramo non partire!”, gli omosessuali e le lesbiche che diventano consapevoli
del loro dono di Dio, della chiamata, della vita più piena che sta davanti a
loro, partono ed escono allo scoperto.
E Dio, come per Abramo, è la loro
compagnia. Certo c'è subito chi si separa da loro, ma il “paese” che si apre
davanti ai loro occhi è “numeroso come la polvere della terra” (Gen 13). Se la
strada si fa difficile occorre credere nella compagnia e nella promessa di Dio:
“Guarda in cielo e conta le stelle” (Gen 15). È il cielo, il sorriso di Dio, la
sua mano amica che dà il coraggio di partire, che mette nel cuore voglia di
libertà e di felicità, che fa sentire l'amicizia, la solidarietà e il calore di
tutti quegli uomini e quelle donne che si decidono per un cammino umano in cui
si diventi gli uni per le altre una benedizione, rompendo quelle ipocrite
perimetrazioni che le culture del dominio e della discriminazione hanno
costruito.
Occorre partire dall'ascolto della
Parola di Dio. Non basta, infatti, la nostra forza per certe decisioni. Abramo
ce lo ripete oggi. Tutta la vita di Gesù lo manifesta: senza la forza che viene
dalla fiducia in Dio noi cristiani non possiamo compiere il cammino di
liberazione. La Parola di Dio è "scatenata" perché non accetta di
essere messa in catene, ma anche perché dove Dio ci dona la Sua parola si
rompono tante catene.
Il più grande teologo cristiano dice in
sostanza che la voce della coscienza è la voce di Dio e che, quando c’è
contrasto tra la voce della coscienza e le indicazioni del Magistero, il
cristiano deve obbedire alla propria coscienza.
Per concludere: Papa
Francesco, vero dono di Dio alla Chiesa,
non ha solo detto quella frase riportata da tanti giornali “Chi sono io
per giudicare un omosessuale?”, che già presuppone un rispetto per l’identità
di ciascuno, che è un mistero; ma nella sua esortazione apostolica “La gioia del Vangelo” scrive: “… abbiamo bisogno di riconoscere che
ogni persona è degna della nostra considerazione. Non per il suo aspetto
fisico, perle sue capacità, per la sua mentalità … ma perché è opera di Dio,
sua creatura … Ogni essere umano è oggetto dell’infinita tenerezza di Dio …
ciascuno è immensamente sacro.”
Invito i miei fratelli e
sorelle omosessuali a gioire di questa tenerezza di Dio e ad andare avanti per
la loro strada.
UN KAIRÒS
La gerarchia vaticana e i credenti che
oggi chiudono gli occhi di fronte a questa "benedizione" e vogliono
rinchiudere Abramo nel recinto di una piccola arca e impedirgli di inoltrarsi
"gaiamente" per le vie del mondo, perdono un’occasione storica di
conversione e di rinnovamento. Questo è un Kairòs, un'opportunità che Dio ci
offre per comprendere e vivere più intensamente la nostra realtà di uomini e
donne e per rendere più viva la testimonianza al Vangelo del regno di Dio. Dio
è bello, è amico della vita e ogni volta che noi ne facciamo il custode di un
ordine ingiusto bruttifichiamo il Suo volto
Diciamolo apertamente: quando
omosessuali e lesbiche respingono le false "alternative" del
nascondimento, della negazione di sé o di una solitudine forzata, essi
diventano una benedizione che rallegra le loro vite, ma anche una benedizione
di cui abbiamo bisogno noi, di cui hanno bisogno le nostre comunità cristiane,
in primo luogo quelle cattoliche.
Come ho riavuto il mio ex marito ... Sono così entusiasta di condividere la mia testimonianza di un vero incantatore che mi ha riportato mio marito. Mio marito ed io siamo sposati da circa 6 anni. Siamo stati felicemente sposati con due figli, un maschio e una femmina. 3 mesi fa, ho iniziato a notare uno strano comportamento da lui e alcune settimane dopo ho scoperto che mio marito sta vedendo qualcun altro. Ha iniziato a tornare a casa tardi dal lavoro, non si preoccupa più di me o dei bambini, a volte esce e non torna nemmeno a casa per circa 2-3 giorni. Ho fatto tutto il possibile per correggere questo problema, ma tutto inutilmente. Ero molto preoccupato e avevo bisogno di aiuto. Mentre stavo navigando su Internet un giorno, mi sono imbattuto in un sito Web che mi ha suggerito che il Dr.Wealthy può aiutare a risolvere i problemi coniugali, ripristinare relazioni interrotte e così via. Quindi, ho sentito che avrei dovuto provarlo. L'ho contattato e gli ho detto i miei problemi e mi ha detto cosa fare e l'ho fatto e ha fatto un incantesimo per me. 48 ore dopo, mio marito venne da me e si scusò per gli errori commessi e promise di non farlo mai più. Da allora, tutto è tornato alla normalità. Io e la mia famiglia stiamo vivendo di nuovo felici insieme .. Tutto grazie al Dr.Wealthy Potente Incantesimo d'Amore che funziona davvero. In caso di problemi, contattalo e ti garantisco che ti aiuterà. Non ti deluderà. Manda un'email a: wealthylovespell@gmail.com. o whatsapp su: +2348105150446
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