n.65 | DOMENICA-6 MARZO 2016
Il Sole 24 Ore | 29
Scienza e filosofia
ORIENTARSI SULL'OMOGENITORIALITÀ
La famiglia è «culturale»
di Vittorio Lingiardi
( Professore Ordinario -Facoltà di Medicina e Psicologia, SAPIENZA Università di Roma)
Molti sono concepiti senza essere pensati, altri sono cercati
a tutti i costi, la maggior parte arriva percorrendo una delle tante strade comprese tra questi due estremi.
Ogni concepimento, nascita, adozione, ha una sua storia da raccontare,
più o meno consapevole, più o meno fortunata. Qual è il "vero" genitore?
Quello che mette a disposizione
la propria biologia o quello che cresce i figli fornendo cure e sicurezza? Quello che concepisce per caso o per sbaglio
o quello che desidera e attende? E che cosa è una famiglia?
Per Natalia Ginzburg «una famiglia è anche, forse soprattutto, fatta di
voci che si intrecciano, è un linguaggio comprensibile solo a chi lo
pratica, una rete di ricordi e richiami». Nel 1888 (avete letto bene)
Émile Durkheim, padre della sociologia, scrive: «non esiste un modo di
essere e di vivere che sia il migliore di tutti [...] La famiglia di
oggi non è né più né meno perfetta di quella di una volta: è diversa,
perché le circostanze sono diverse».
Nonostante la storia ci mostri
i continui cambiamenti di forma e contenuto della famiglia, per alcuni
questa parola non evoca una costruzione relazionale di affetti e
progetti tale da giustificare l'uso del plurale (famiglie), ma coincide
solo con l'immagine di un uomo e di una donna sposati, monogami,
eterosessuali e fertili. Tutto ciò che sta fuori da questo modello
viene, implicitamente o esplicitamente, delegittimato: famiglie con
genitori adottivi, madri lesbiche e padri gay, madri e padri single,
famiglie create ricorrendo alle tecniche di riproduzione assistita. I
ripetuti inni al "naturale" (quindi niente antibiotici e
anticoncezionali?), sono evidentementeignari di quanto "culturale" sia
la nostra cangiante idea (ideale) di "natura".
Per questo è frettolosa e transeunte, oltre che tracotante, l'affermazione del ministro Alfano per cui avere impedito a
due persone dello stesso sesso («cui lo impedisce la natura») la
possibilità di avere un figlio sarebbe stato «un bel regalo all'Italia».
Impedire la stepchild adoption non è stato fermare «una rivoluzione
contronatura e antropologica», bensì impedire a dei bambini il diritto
di vedersi riconosciuta la propria famiglia.
Oggi, ignorare le
complessità della scena riproduttiva e delle funzioni genitoriali
significa vivere fuori dalla realtà. Al cui confronto quella dei cavoli e
delle cicogne è senz'altro preferibile. Mentre il Parlamento, complice
il primadonnismo cinico dei pentastellati, stralciava e spacchettava una
legge umana, anche le vite di molte famiglie sono state stralciate e
spacchettate. Per la legge italiana, il genitore non biologico è un
estraneo e il bambino un semi-orfano. Non riconoscere che ci sono due
genitori che hanno desiderato quel figlio e vorrebbero assumersi la
responsabilità di crescerlo, vuol dire creare legalmente uno stato
artificiale di mancanza che non corrisponde alla realtà e alle necessità
di quella famiglia. Non è solo il genitore sociale a essere cancellato,
ma la sua intera genealogia.
Da anni la comunità scientifica sta
studiando le dimensioni affettive, psicologiche, fisiche, sociali,
tecniche, legali, etiche ed economiche delle varie forme di
genitorialità. Le domande sollevate sono molte e riguardano il rapporto
tra desiderio di diventare genitore e ricorso alle tecniche procreative,
le rappresentazioni mentali che genitori e figli hanno delle figure del
donatore e della portatrice, le dinamiche tra genitore biologico e
genitore sociale, le complessità psicologiche, filosofiche e giuridiche
della gestazione di sostegno, la rilettura della categoria
psicoanalitica dell'Edipo, magari liberandosi del complesso a favore
della complessità. Recuperando l'inevitabile ritardo nei confronti della
letteratura scientifica anglosassone, ricercatrici e ricercatori
italiani hanno prodotto una serie di volumi che consiglio a chiunque sia
chiamato ad esprimersi sul tema delle «famiglie moderne» (che tra
l'altro è il titolo di un importante volume di Susan Golombok,
direttrice del Centre for Family Research dell'Università di Cambridge,
che ad aprile uscirà in traduzione italiana per le edizioni Edra). Nel
box pubblicato all'interno di quest'articolo un elenco di contributi
italiani che mi hanno colpito per la chiarezza documentata della loro
voce. Quanto alle riviste scientifiche, è purtroppo esaurito, ma ci
auguriamo verrà
ristampato, il numero monografico 2/13 di Infanzia e
Adolescenza (il Pensiero Scientifico) a cura di Anna Maria Speranza.
Per il prossimo aprile è annunciato un numero del Giornale Italiano di
Psicologia (il Mulino) interamente dedicato all’omogenitorialità. Ultima
segnalazione: il sito della Colombia Law School (http://whatweknow.law.columbia.edu)
raccoglie la più completa rassegna della letteratura scientifica sull'omogenitorialità: consultatelo.
I LIBRI
• Paola Bastianoni, Chiara Baiamonte,
Le famiglie omogenitoriali in
Italia, Edizioni Junior, Bergamo,
pagg. 142, € 15
• Roberta Bosisio e Paola Ronfani, Le
famiglie omogenitoriali, Carocci, Roma,
pagg. 144 ,€ 15
• Nicola Carone, In origine è il dono.
Donatore e portatrice nell'immaginario
delle famiglie omogenitoriali, il
Saggiatore, Milano, uscita prevista
settembre 2016
• Salvatore D'Amore (a cura di), Le
nuove famiglie, Franco Angeli, Milano,
pagg. 224, €32
• Marina Everri, Genitori come gli altri
e tra gli altri, Mimesis, Sesto San Giovanni,
Milano, in corso di stampa
• Federico Ferrari, La famiglia inattesa,
Mimesis, Sesto San Giovanni- Milano,
pagg. 266, € 22
• Alessandro Taurino, Due papà e due
mamme. Sfatare i pregiudizi, La Meridiana,
Molfetta- Bari, pagg. 220, €19
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