Perché non pensarci?

Ci sono genitori che ancora credono che i figli omosessuali siano malati e vadano "curati", ci sono ancora politici che offendono apertamente e impunemente le persone omosessuali, ritenendole cittadini/e di serie b.
Nonostante tutte le battaglie delle associazioni LGBT, le pubblicazioni e le possibilità di approfondimento culturale e scientifico oggi a disposizione, costoro si guardano bene dall'informarsi. 
Perché? 
Perché è più facile non farsi troppe domande, è più facile non correre il rischio di mettere in dubbio, o peggio  in crisi, le proprie certezze - su cui il cervello riposa - è più facile chiudere gli occhi, le orecchie, l'anima, il cuore e la mente che aprirli e smontarne i pregiudizi.  Perché questo significherebbe, poi, ridisegnare  la propria visione delle cose e agire di conseguenza, non andare più a rimorchio di credenze false e di ideologie disumane, avere paura delle critiche della gente.
Costa lavoro e libertà di pensiero. 
E' più comodo non pensare o andare su un sentiero di stereotipi e luoghi comuni già tracciato. 

Il dramma è, però, che questa ottusità ricade come un macigno sul resto dei cittadini, anche dei propri figli,  come sottrazione di diritti, scarsa libertà o paura  di essere se stessi, compromissione delle relazioni in famiglia e fuori.
Pensiamoci
Pensiamo-Ci

GianFranca Saracino

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