Ciao Lucio Dalla.


Sulla omosessualità velata/nascosta di Dalla e sui suoi rapporti con la Chiesa si è detto di tutto e di più. E’abbastanza irritante che ci si scateni con le domande,  le supposizioni ed anche le accuse ora che non c’è più e che non può più risponderci.  La sua decisione di non parlare apertamente del suo orientamento sessuale rimane esclusivamente sua, quali che siano state le motivazioni che l’hanno determinata e, a meno che non abbia lasciato scritti in proposito, è troppo tardi per chiederselo . E, al solito, si sposta il problema vero.  Dagli effetti e dai condizionamenti micidiali del cancro  dell’omofobia sociale italiana  si slitta alla mancata presa di posizione di Dalla per i diritti civili .  Le persone omosessuali della sua generazione ( 69 anni) hanno sofferto e vissuto con grande fatica gli ostacoli che la nostra mentalità bigotta e perbenista, ipocrita e moralista da strapazzo ha sempre messo sul cammino della liberazione dell’orientamento omosessuale,  interiorizzando spesso, ahimè, la condanna ed il disprezzo della società nei loro confronti ed il senso del peccato loro inculcato. Non tutti sono guerrieri. A mio parere, il problema non è di Lucio Dalla,  che sicuramente avrà sofferto per  l’impossibilità di essere autentico fino in fondo agli occhi del suo pubblico, anche se tutti sapevano. Il problema è di chi – primi fra tutti  gli inetti e gli incompetenti politici che abbiamo avuto  in tutti questi decenni e i sordi e cristallizzati pastori ecclesiastici - il problema è di chi, dicevo,  intralcia il processo di affermazione dei  veri valori morali che niente hanno a che fare con quelli dei “sepolcri imbiancati”   e che dovrebbero avere come obiettivo finale  il bene della persona considerata nella sua interezza e  il rispetto dei bisogni vitali e della felicità dell’intera collettività.  Lucio Dalla era un grandissimo artista, ma non si chiamava  Elton John  e, soprattutto, non viveva in Inghilterra …
GF Saracino

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